lunedì 14 gennaio 2019

L'esperienza

Questa in assoluto è l'esperienza più significativa della mia vita, mai scritta nero su bianco.
La riporterò con le parole di allora, descrizione non contaminata da nessun tipo di conoscenza simbolica.
Era il 3 dicembre di 7 anni fa il 2011, avevo precisamente 32 e mezzo.
Attraversai il periodo più nero della mia vita che mi portò una profonda depressione dalla quale non riuscivo ad uscire.
Mia sorella decise di portarmi nella chiesa di Santa Balbina presso Caracalla in cui un frate, padre Ludovico, svolgeva delle messe di guarigione.
In quel periodo mi sentivo completamente priva di fede e per me quello era solo un modo come un'altro di passare un sabato pomeriggio, certa che nulla sarebbe servito a togliermi quello stato di nerezza profonda che sentivo dentro.
Quando arrivammo delle persone che organizzavano le messe ci fecero posizionare in un'area prossima all'altare, in cui anticamente veniva collocato il coro con gli strumenti musicali.
La prima cosa che notai fu l'immagine centrale e preponderante del Cristo risorto, mi colpì profondamente.
Dopo il rosario iniziò la funzione vera e propria e padre Ludovico consacrò l'acqua e il sale per passare poi alla benedizione di ognuno dei partecipanti alla messa.
Uno dopo l'altro tutti i partecipanti venivano benedetti con l'acqua santa..
Mentre si avvicinava il mio turno, una tremenda paura si insinuò in me, paura che fossi posseduta da una forza demoniaca che mi portava a desiderare addirittura la morte.
Nel momento in cui fu davanti a me, lo guardai diritto negli occhi...
I suoi profondi occhi cerulei, buoni come quelli di un padre premuroso, ma solenni e penetranti, fui letteralmente trasportata in una dimensione diversa da quella presente, questa sensazione durò un secondo per quanto riguarda la vita materiale, ma un "attimo d'immenso" per quanto riguarda la vita spirituale (non so spiegarlo in maniera diversa).
"Sentii" come una voce che mi diceva di non aver paura, "vidi" una freccia di luce attraversare il mio cuore, una luce di amore, ma di un amore puro, intenso, mai provato prima nella mia vita, questa Luce si irradiava dal cuore in tutto il mio corpo, sentii che tutto aveva un senso e il senso era quell'estasi di Vita che entrava in me.
Piansi per tutto il resto della messa, lacrime di gioia di liberazione, la mia vita aveva un senso e quel senso era quell'amore straordinario, non umano che avevo provato e che mi aveva irradiato.
Successivamente, alla fine della funzione, padre Ludovico unse tutti coloro che avrebbero voluto (fu una specie di cresima), io feci anche quell'esperienza, e, nel momento in cui pose il suo dito sulla mia fronte, mi ritrovai librante in cielo (questa è l'immagine che "vidi" non posso essere più precisa nella descrizione) le mie braccia, in questa esperienza e immagine interiore, erano aperte e accoglievano quella sensazione di santità che permeava tutto intorno, in quello spazio senza tempo e dimensione.
Uscii dalla Chiesa spiegando a mia sorella cosa era accaduto in me, lei pur avendo fatto lo stesso percorso e sentendosi serena, non era arrivata alla mia stessa esperienza, lei capí dai miei occhi che tutto il mio dolore era sparito, la mia rabbia con la vita era andata via, tutto era perdonato dentro di me anche il male ricevuto... Tutto... in nome di quell'Amore che avevo provato.
Tutte le persone che mi conoscevano bene mi trovarono diversa, nello sguardo, nella pace che irradiavo.
Capii che tutte le mie esperienze mi avevano portato là... a Dio...
Uscii dalla chiesa con questa sensazione:
"Avevo compreso Tutto pur non sapendo Niente" (queste sono le testuali parole che riportai a mia sorella), "era come se qualcuno mi avesse dato un enorme mazzo di "chiavi" che aprivano tutte le "porte" che volevo, il mio compito sarebbe stato cercare la chiave giusta per la porta giusta.."(Anche queste sono le parole che usai sette anni fa).
A quel tempo la mia mente non era "contaminata" intellettualmente da informazioni di nessun tipo, ma mi resi conto che avrei dovuto cercare, capire, comprendente, scavare nel passato per decifrare ciò che mi era successo, ma soprattutto, creare un quadro generale riguardo alle mie esperienze passate culminati in questa...
A oggi devo dire che ogni libro scelto in questi sette anni mi ha lasciato una chiave sempre più specifica e crescentemente più profonda per la  comprensione di tutta la mia vita "simbolica", tanto più mi sono avvicinata alla Tradizione quanto più precise erano le interpretazioni delle mie esperienze.
Da quel 3 dicembre la spinta della mia vita è rimasta a quell'Amore provato.
A.M.

Aggiornamento del 26 giugno 2019
C'è da dire alcune cose riguardo a questa esperienza che ritengo davvero unica e alla luce di intuizioni recenti e di ulteriori studi, voglio integrare con alcune considerazioni.
Intanto devo precisare una cosa, il periodo "nero" che mi ha portato in uno stato di completo "smarrimento" in realtà fu qualcosa di più simbolico;
1) Quel periodo mi resi conto che la mia vita come la stavo conducendo non aveva senso, mi spiego meglio, ho provato in tutta la mia esistenza, fino ad allora, di mascherare delle mie attitudini spontanee verso lo spirituale spacciandole per stranezze e cercando di uniformare e normalizzare tutta la mia vita.
C'è da dire un'altra cosa che in quel periodo senza rendermene conto mi sono spogliata di tutte le maschere della finta felicità che mi poteva offrire una vita super mondana.
In più sempre quel periodo il mio pensiero unico era quello di farla finita, ma questo pensiero era in realtà un desidero di morte dell' ego sfruttato in maniera opposto all'anima e questo lo posso affermare chiaramente perché la mia disperazione non era causata tanto dall'esterno (e quindi il suicidio viene usato come arma a doppio taglio di punizione per gli altri e spegnimento del dolore per se stessi, insomma in maniera molto egoica ci si vuole da una parte vendicare da un'altra è l'atto finale di vigliaccheria) ma dal mio profondo essere e la sofferenza proveniva dal fatto che mi stavo spogliando di una corazza che mi lasciava aperte troppe ferite.
L'amore per la mia famiglia mi fece desistere dal commettere un atto simile...ripeto l'amore...
2) Quando entrai in quella chiesa il mio stato non era di totale miscredenza, credo che al contrario, a differenza del fedele che chiede disperatamente la grazia con aspettativa, io salii le scale di quel luogo sacro senza alcuna pretesa.
Spogliata dunque di quella parte di ego che "pretende" qualcosa da Dio in cambio di devozione.
3) l'icona cristica che trovai in quella chiesa era forse il simbolo più adatto alla sofferenza che stavo provando in quel periodo... mi ricordo che già guardando quel quadro il mio animo cambiò.. il Cristo risorto..
4) all'entrata ci fecero scrivete su un biglietto un desiderio da chiedere.. io non desiderai nulla per me stessa ma espressi un desiderio generale di amore e felicità per tutti (e questo avvalora la frantumazione dell' ego di quel periodo)
5) qui andiamo un po' più nello specifico perché voglio parlare del raggio di luce che mi attraversò il cuore... Questo raggio veniva dall'alto verso il basso e fu un'esperienza che mi catapultò in una dimensione spazio-tempo diversa da quella che normalmente si vive in questa esistenza.
Chi ha modo di comprendere comprenda.
6) il simbolo delle chiavi "il simbolismo della chiave è duplice in uno... chiusura e apertura: è al tempo stesso un ruolo di iniziazione... possedere la chiave significa essere stato iniziato.... essa indica l'accesso a uno stato, a una dimora spirituale, a un grado iniziatico... la chiave è il simbolo del Mistero da svelare, dell'enigma da risolvere, dell'azione difficile da intraprendere: il lampo dell'illuminazione e della scoperta..."
Da sottolineare la presenza del lampo, o il fascio di luce...
7) voglio dire che l'effetto di quell' evento, in maniera ciclica e attraverso un percorso personalissimo, è costante e duraturo. Tra l'altro mi ha dato accesso a una guida interiore che mi tiene sempre costantemente impegnata alla ricerca spirituale...

Scrivo queste parole nella più completa onestà e umiltà, ma che doverosamente devo riconoscere, non tanto a me stessa ma all'esperienza unica che Dio mi ha concesso di sperimentare nella vita e che onoro con impegno e devozione da allora.

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