Questi giorni ho ritrovato delle vecchie foto, le pochissime che mi sono fatta scattare nell'arco della mia giovinezza...
Pochissime rispetto a tante altre ragazze coetanee, senza parlare di oggi e dell'esercito del selfie sfrenato che ormai sta dilagando in una maniera assurda tra le ragazze...
Pochissime perché avevo il terrore della macchina fotografica..
Pochissime perché mi vedevo sempre inadeguata..
Pochissime perché mi nascondevo sempre all'obiettivo pur di non rivedermi stampata in una fotografia...
La mia dismorfofobia mi ha causato il malessere di vedermi riflessa in un pezzo di carta... in uno specchio...
Sempre troppo poco accettabile per la mia autocritica costante..
Sempre "meno tutto" rispetto alle altre..
Ho delle riflessioni da fare in questo mio sfogo..
Da quasi madre di me stessa, dico che spesso troppo spesso ho rinunciato a vivere serenamente a causa dei miei complessi e della mia inadeguatezza autoinflitta...
ho perso sorrisi e ad oggi ricordi... ho perso il ricordo di anni e anni della mia vita di cui mi rimane solo qualche immagine su carta e tante rimembranze di continua sofferenza..
Vorrei dire a quella ragazza che ero, che tutta quella severità verso se stessa, ha fatto in modo di non poter vivere serenamente i tempi andati e che ora non torneranno mai più...
Vorrei dire a me stessa di quei periodi che la bellezza fisica non è tutto, ma forse c'era molto di più...
La mia non era solo un capriccio superficiale di voler essere bella a tutti i costi... fin da piccola ho combattuto dei demoni che mio malgrado mi sono ritrovata addosso...
Spesso non avevo nulla da dire perché i miei pensieri erano inadeguati alla spensieratezza del tempo...
Spesso mi ritrovavo a stare zitta perché emozioni e riflessioni erano troppo complicate per essere decodificate..
E allora mi viene da pensare che quella mia voglia di perfezione esteriore era solo il riflesso di un'agognata perfezione interiore...
Dovevo trovare la chiave per il mio mondo inespresso e quella chiave la cercavo nel mio aspetto...
Per questo motivo, non trovandola, cercando nel posto sbagliato, il mio male di vivere prendeva il sopravvento sulla gioia..
Ad oggi questa sensazione è ancora là, i miei complessi sono ancora presenti come dei diavoli cattivi che ogni tanto mi perseguitano...
Ma ad oggi ho per lo meno trovato la chiave per conseguire una bellezza interiore, una perfezione che non raggiungerò mai probabilmente, ma almeno, ho trovato la via per diminuire quell'angosciante ricerca cieca che in passato mi inebetiva alla vita...
Ripenso a tutto quel soffrire e in un certo senso ringrazio le mie melanconie perché hanno dato vita a una crescita interiore che era solo in germe allora... ma che ad oggi mi vede connessa con una parte molto più profonda di me..
Quella me stessa che sa sempre cosa dire perché se ne frega di essere inaugurata alla superficialità del mondo intorno a sé...
Quella ragazza triste che aveva una guerra dentro, ad un certo punto si è alzata e ha combattuto..
Se da una parte maledico la mia vita da un'altra la benedico con tutto il cuore..
Attraverso quello che ho vissuto mi ritrovo ad agoniare a qualcosa che non ha nulla a che fare con la caducità della materia...
Penso solo a quella ragazza che ero e mi ricordo più pianti che sorrisi..
Ma in fondo anche le lacrime possono essere nutrimento di un giardino interiore che aspetta solo di far sbocciare dai rovi le sue delicate rose
Nell'AniMo Antico
"Tanto assurdo e fugace è il nostro passaggio per il mondo che mi rasserena soltanto il sapere che sono stata autentica, che sono riuscita ad essere quanto di più somigliante a me stessa mi è stato concesso di essere." Frida Kahlo
domenica 19 agosto 2018
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